La terza generazione
La terza generazione
10 Dicembre 2021
Barilla, Bauli, Benfenati Allestimenti, Campari, Damiani Gioielli, Etro, Fiat, Fendi.
Cos’hanno in comune queste aziende?
Sono tutte società familiari.
Società che hanno dovuto affrontare il “passaggio di consegne” tra generazioni.
Come afferma Beatrice Ballini - Managing Director di Russell Reynolds, gruppo internazionale di consulenza manageriale ed executive search con sede a New York - le aziende familiari sono esposte ad una sfida per cui spesso non sono preparate: il passaggio di proprietà tra una generazione e l’altra. “Meno del 30% delle imprese familiari sopravvive alla terza generazione, per lo più a causa di una preparazione insufficiente da parte delle generazioni subentranti”.
Fonte Milano Finanza
Potrebbero esserci premesse migliori quando devi parlare di un passaggio generazionale, vero?
Ciao,
sono Giorgio, il rappresentante della terza generazione Benfenati in Allestimenti Benfenati SpA.
Ci tenevo a raccontare il mio punto di vista dell’azienda di famiglia e per farlo ho attinto ai ricordi dei miei studi (sono laureato in economia e gestione aziendale in Cattolica) ed ho fatto un po' di ricerca online.
Come hai potuto leggere i dati ad una prima lettura non sono proprio confortanti ma anzi, mi mettono una bella pressione addosso.
Eppure ci sono diversi fattori che mi fanno ben pensare per il futuro dell’azienda: elementi di evoluzione che ho notato all’interno dell’azienda da quando ho cominciato a “frequentarla”, elementi che mio padre Roberto ha portato in azienda.
Ma partiamo dall’inizio.
Il business di famiglia viene creato da mio nonno Giorgio, artigiano decoratore il cui lavoro era basato sulle proprie capacità tecniche e manuali: prima con tecniche pittoriche e verso fine carriera lavorativa con la prima lavorazione del polistirolo.
Sono stati Roberto, accanto a suo fratello Daniele – mio padre e mio zio – che hanno portato l’azienda al livello attuale, passando da una realtà artigianale, ad una piccola azienda in cui il lavoro veniva sostanzialmente gestito dalle persone della famiglia, ad una tra le 10 aziende più conosciute e di valore nel settore.
Un passaggio importante, che oggi conta sulla presenza della famiglia Benfenati ma che necessita di una struttura molto più complessa, con dipendenti, collaboratori e terzisti, che ora si confronta con un mercato nazionale ed internazionale, diversificando progetti ed ambiti di lavoro.
Oggi quindi il cliente non si interfaccia più solo con “i Benfenati”, ma con un team composto da molte persone che hanno diverse capacità e funzioni, unite dal comun denominatore della cultura e dei valori aziendali.
Può quindi cambiare l’interlocutore diretto, ma non cambiano modus operandi, professionalità e qualità del lavoro.
E’ proprio sui valori che si basa la mia fiducia nel futuro e nel mio ingresso in azienda.
Abbiamo letto insieme che la terza generazione è quella che fatica di più a sopravvivere in azienda, ma è altrettanto vero che queste statistiche vengono prese su periodi storici chiaramente totalmente diversi, che spesso vengono incrociate statistiche di aziende geograficamente molto diverse e tra tipologie di aziende diverse.
Osservando la “mia” azienda e scavando nei dati e negli articoli di giornali economici ho trovato una conferma della mia idea.
Guardo i colleghi, le persone che oggi compongono Allestimenti Benfenati e nonostante non portino quel cognome portano gli stessi valori, portano entusiasmo, portano nuove competenze.
Portano l’azienda nel futuro.
Questo processo è stato iniziato tempo fa da mio padre che, insegnando ad un master al Politecnico di Milano, ha aperto le porte dell’azienda ad alcuni dei suoi studenti: diversi di loro hanno fatto uno stage in azienda ed alcuni sono diventati pilastri della “nuova” Allestimenti Benfenati.
Le aziende che sopravvivono ai passaggi generazionali sono quelle che preparano il terreno per questo passaggio e quelle in cui le nuove generazioni “rifondano” l’azienda, quelle che adattano i prodotti, i modelli di business, i modelli comunicativi alle nuove esigenze dei consumatori, diversificando, innovando, evolvendo.
Chiaramente sto facendo la mia “gavetta” in azienda: ho iniziato aiutando le squadre di montaggio nei periodi estivi alle superiori, ho vissuto quotidianamente l’azienda perché chiaramente entrava ogni sera in casa e perché io stesso ero sempre desideroso di fare il mio per l’azienda: non era un segreto che il mio desiderio sia sempre stato quello di essere la terza generazione.
Oggi che sono al mio quinto anno in azienda posso confermare ciò che dicono gli studi: le nuove generazioni essendo più facilmente allineate ai nuovi valori sociali come sostenibilità, filantropia, empatia, se hanno il coraggio e la possibilità di innovare possono fare molto.
L’evoluzione non sarebbe possibile se non ci fosse stata una governance ed una trasmissione dell’idea imprenditoriale: negli anni Roberto, Maria, Elisabetta e Daniele mi hanno formato, creando un “erede” naturale che sia in grado di creare continuità con il business model e “discontinuità” in alcuni tratti come quelli appena citati.
Joseph Schumpeter diceva che “la funzione dell’imprenditore non può, alla lunga, esaurirsi nell’ambito della famiglia, e finisce per essere necessariamente falsa l’immagine popolare della dinastia industriale che domina una posizione sicura..”.
Io non posso che essere d’accordo con lui: presto o tardi i miei “vecchi” andranno in pensione ed io sarò il Benfenati rimasto, ma sarò uno dei leader di una nuova generazione che porterà un vantaggio competitivo all’azienda. Accanto a me ci saranno colleghi giovani con grande esperienza, capaci di prendersi responsabilità, precisi, professionali, con idee innovative e condivisione dei valori della cultura aziendale.
Le linee sono state tracciate, il futuro che vedo è stimolante: non vedo l’ora di cominciare questa avventura.
Giorgio Benfenati